SEPARAZIONE E DIVORZIO: NON PIU’ PARTNER, MA ANCORA GENITORI

SEPARAZIONE E DIVORZIO: NON PIU’ PARTNER, MA ANCORA GENITORI

Quando un rapporto sentimentale viene meno - la separazione e il divorzio tra partner ne sono esempi eclatanti - la coppia si scioglie, ma non l’essere genitori, vincolo giuridico che acquisiamo nel momento in cui riconosciamo il figlio come nostra creatura e che durerà tutta la vita. La domanda è: come possiamo esercitare il nostro ruolo educativo pur non essendo più una famiglia? I dati Istat alla mano ci dicono che in Italia ci si lega in matrimonio sempre meno e sempre più tardi, ci si separa sempre più e la durata temporale del legame si è ridotta sensibilmente. L’instabilità della famiglia procede in parallelo ai cambiamenti delle sue forme - unioni libere, genitori single e famiglie allargate - accompagnati da interventi normativi riguardanti il divorzio, la legge sull’adozione, coppie  di fatto, l’affidamento dei minori, ecc..

Quando all’interno di una famiglia i genitori si separano, tutto il nucleo viene fortemente coinvolto, sul versante emotivo, ovviamente, ma anche su quello organizzativo; è come se non fossero solo i partner a dividersi perchè a venire coinvolti sono tutti gli attori che orbitano attorno alla coppia e, anche direttamente, entrano in scena. Già negli anni Settanta i ricercatori avevano messo in luce che quando termina un legame sentimentale le risposte che ne derivano - da parte sia dei bambini che degli adulti - sono molto differenti tra loro, a seconda del vissuto di tale evento: non esiste un solo tipo di reazione alla separazione semplicemente perché non esiste un solo tipo di separazione. I suoi effetti, infatti, dipendono da un insieme di eventi anche esterni, di tipo sociale, economico, legale e psicologico, i quali possono amplificare o attenuare lo stress. I dati mettono in luce che  disagi maggiori tra i membri della famiglia si hanno solitamente entro i primi due anni dalla separazione: dopo un anno e mezzo circa, infatti, quasi la maggior parte dei bambini trova un certo equilibrio superando le varie  problematiche. Non solo, l’incidenza di disturbi importanti nei figli è fortunatamente bassa: il 70-80% dei bambini con genitori separati non manifesta problemi durevoli, mentre nei casi in cui questi si manifestano, viene sempre rilevata una correlazione con una problematica irrisolta a carico della coppia genitoriale, già presente ma aggravatasi, oppure con una separazione difficoltosa.

Un punto cruciale riguarda la capacità genitoriale di affrontare insieme l’evento critico, che per i bambini è indubbiamente un momento difficile, poiché vedono sciogliersi la rappresentazione e l’ideale di famiglia che li ha accompagnati fino a quel momento. In poche parole, una buona riuscita di adattamento alla separazione dipenderà dal grado di maturazione dei genitori e dalla loro capacità di collaborare nella separazione.

[ Ma cosa dire ai bambini? ]

I bambini hanno bisogno - ed è una necessità fondamentale - di una spiegazione chiara e precisa circa la rottura familiare, adeguata alla loro età e alla loro personalità. Vogliono capire, anzi, avere conferme ed essere rassicurati che, nonostante non vivano più con entrambi i genitori, questi continueranno a volergli bene. Sembra scontato e banale, forse sottinteso, tale da non necessitare di approfondimenti, ma non è così, anzi, rappresenta proprio il punto cruciale e di snodo per una serena rielaborazione e ridefinizione familiare. Se i bambini avranno una spiegazione chiara, lineare e sincera delle ragioni che hanno portato mamma e papà a separarsi, allora potranno smettere di sentirsi responsabili per l'accaduto, come nella maggior parte dei casi avviene. Ci sembra difficile da accettare, perché mai i nostri figli dovrebbero ritenersi i responsabili della separazione? Eppure, avviene così, si instilla uno strano meccanismo sotterraneo ma potente che porta anche i più piccoli, spesso inconsapevolmente, a percepirsi colpevoli per quanto accaduto e a mettere in atto una serie di comportamenti ed azioni per far tornare unita la famiglia, come se, sforzandosi, le cose possano sistemarsi. Tali pensieri nei bambini - la colpa e la responsabilità di tenere uniti mamma e papà - se non trattati ed eliminati sono fonte di enormi sofferenze per i figli di genitori separati. Occorre dunque un atteggiamento maturo da parte dei partner, i quali devono restare uniti come coppia genitoriale, specialmente davanti ai figli, cercando di mantenere quanto possibile un legame ed una coerenza educativa e relazionale, non tanto per quanto c’è stato nel passato e in ricordo di ciò che erano, ma proprio in una prospettiva futura, per creare stabilità e serenità nei confronti dei figli.

È importante sottolineare come i bambini appartenenti a famiglie separate non siano in realtà più a rischio di bambini i cui genitori non hanno divorziato; diversi studi hanno provato che le difficoltà maggiori emergono solo nel caso in cui i minori siano stati esposti ad un ambiente familiare caratterizzato da alta conflittualità. I disturbi che emergono, dunque, non sono direttamente determinati dalla separazione dei genitori, ma dalla conflittualità esistente nella coppia, presente prima che marito e moglie si dividessero. Secondo i ricercatori il litigio è proprio il fattore che danneggia maggiormente lo sviluppo dei figli e genera in loro problemi comportamentali. E’ quindi sfatata la diffusa credenza che ritiene meglio per i bambini che i genitori restino comunque insieme: un clima familiare teso e la conseguente riduzione  di disponibilità degli adulti a passare del tempo con i figli, perché impegnati a litigare, incide notevolmente. Non solo, i minori, nel tentativo di catturare la loro attenzione, mettono spesso in atto alcuni segnali di ribellione, perpetuando così un circolo negativo di rapporti. Oltre a ciò, occorre considerare due fattori sono molto importanti: innanzitutto, il conflitto genera tensione emotiva e dolore, mentre i bambini per crescere sani hanno bisogno di ambienti sereni ed armonici; in secondo luogo il vissuto di due genitori in lite, soprattutto se prolungata e accesa, porta il figlio ad introiettare ed interiorizzare tale modalità relazionale, ritenendola normale, con l’elevato rischio di riprodurla con la propria compagna/compagno una volta adulto - fenomeno definito come trasmissione intergenerazionale della violenza.

[ Qual è  il momento migliore per separarsi? ]

Gli studi hanno dimostrato negli anni come la quasi totalità dei figli di famiglie separate abbiano provato sollievo dopo il divorzio dei genitori, liberandosi di vissuti molto pesanti quali l’assistere ai litigi per anni o il vissuto di freddezza tra madre e padre che aveva creato un clima molto inquieto in casa. Se è naturale per i bambini che una famiglia unita sia la condizione preferita naturalmente, tale preferenza passa chiaramente in secondo piano rispetto alla richiesta di una coppia genitoriale non conflittuale ed armonica, indipendentemente dal fatto che i genitori vivano o meno insieme.

Rispetto al momento in cui è necessario separarsi, è effettivamente difficile stabilire quando il livello di conflitto tra genitori sia così elevato da causare danni ai figli; devono essere considerati elementi quali l'intensità conflittuale (teniamo a mente che gli adulti non dovrebbero mai litigare davanti ai figli), la sua durata (i litigi sono comuni in tutte le famiglie, ma non è normale il suo protrarsi a lungo termine) e la capacità di recuperare la serenità vivendo in armonia nella famiglia. Quando una coppia vive una situazione esplosiva che si cronicizza, è importante che emerga tale consapevolezza: attivandosi potrà cercare delle soluzioni per risolvere la situazione e ritrovare una progettualità sana ed evolutiva, adeguate modalità comunicative, rispetto e supporto, fondamentali per crescere figli stabili ed equilibrati. 

[ Come crescono i figli di genitori separati? ]

La ricerca scientifica, ormai da diversi decenni, ha dimostrato che non vi sono grandi differenze tra i figli di genitori uniti o separati per quanto riguarda valori quali la fiducia nell’altro sesso, la stabilità delle relazioni affettive, il grado di soddisfazione nella vita o il rapporto con i genitori. A livello statistico, i figli di genitori separati cominciano prima a contribuire al proprio mantenimento, sono più indipendenti, hanno più amici e li frequentano più spesso rispetto ai loro coetanei con i genitori uniti, mentre bambini con mamma e papà conflittuali, separati o conviventi, mostrano con maggior frequenza un difficile rapporto con il padre e problemi scolastici.

In conclusione, possiamo affermare senza dubbio che quando la separazione diviene l'unica via per interrompere una situazione di conflitto cronico e dannoso, deve essere percorsa: separarsi “bene” risulta quindi un fattore estremamente protettivo per i figli, mentre la conflittualità familiare è fortemente dannosa per l’equilibrio emotivo dei minori. 
 
(Schneider 2011, Le emozioni dei figli e gli effetti della separazione)

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