RELAZIONI INSTABILI E SOLITUDINE

RELAZIONI INSTABILI E SOLITUDINE

L’altro giorno, ascoltando radio Capital, mi sono imbattuta in una puntata estremamente interessante di un podcast in cui la psicologa Ameya Canovi analizzava il mondo delle relazioni, focalizzandosi in particolare sul carattere instabile che a volte, anzi, molto frequentemente, lo caratterizza. Ho voluto dunque riportare degli stralci in questo articolo, aggiungendo spunti di riflessione su cui soffermarsi.

Se pensiamo al concetto di amore e cerchiamo di definirlo, cosa rappresenta per ciascuno di noi?
Sicuramente quello con la A maiuscola, magari solo di primo acchito e non per tutti, è comunque una visione tendenzialmente condivisa, per lo meno nella nostra società e nell’epoca storica e socio-culturale attuale.
Da Beatrice di Dante a Elena di Troia, da Romeo e Giulietta a Violetta nella Traviata, il panorama letterario si caratterizza dalla molteplicità di racconti importanti e il fatto si tratti di personaggi puramente di fantasia sembra passare in secondo piano, poiché quello che rimane nelle persone è il ricordo di un grande amore, l’esempio di una storia indimenticabile e le sensazioni che questa ha suscitato in noi. Sicuramente tutto ciò può essere positivo, ci insegna a non accontentarci, ma volere di più, impegnarci nella costruzione di un legame solido e duraturo e allo stesso tempo anelare ad un rapporto idilliaco - quello dei film insomma - ha i suoi rischi. 
Fantasticare su una relazione platonicamente perfetta, infatti, porta conseguenze non indifferenti poiché nella realtà le cose sono ben diverse; noi umani siamo sempre alla ricerca costante di un amore quotidiano, lo cerchiamo ovunque, senza sosta, ma senza capire di poterlo trovare nel vicino di casa, nel collega o in un familiare. Questo perché siamo portati a pensare, fin da piccoli, che lo si debba necessariamente trovare in una relazione di coppia appagante, ma non è semplice costruirla e mantenerla nel tempo: ne può conseguire la rinuncia ad impegnarsi in un legame affettivo, poiché la fine di molte storie ci convince del fatto che non esista l’Amore, che non sia possibile. Si parla così di solitudine affettiva e prolungata, da qui l’interrogativo: come mai ci sono persone che non riescono a relazionarsi in maniera sana e a consolidare i rapporti come quelli di coppia? Sono solo problemi di comunicazione o c’è qualcosa di più profondo? Serve dunque scavare nei meandri della psiche, capire le vere motivazioni profonde per le quali non si vuole instaurare una relazione; forse si rimane fedeli nell’aderire a degli schemi familiari malsani o errati che ci inducono, inconsapevolmente, a boicottare la relazioni, oppure ci leghiamo a persone non libere o altre volte crediamo di essere troppo esigenti. 

Il fatto è che abbiamo profondamente paura perché ci vuole molto coraggio per rapportarsi all’altro, 
per aprirsi e spogliarsi delle sovrastrutture.
Nulla ci spaventa di più.