FIGLI E NONNI H.24: ONERI E ONORI
L’importanza del ruolo dei nonni, soprattutto in periodi di crisi economica come quella attuale, è fuori discussione: seppur in modo diverso rispetto al passato, mantengono un ruolo attivo e importante all’interno della famiglia, di aiuto per i genitori e di supporto alla crescita per i bambini. Amatissimi dai loro nipoti, sono stati capaci di costruire, con i loro figli, un welfare parallelo. Il contributo dei nonni, infatti, è riconosciuto universalmente come rilevante e due sono i meriti fondamentali a loro attribuiti: sostegno economico e aiuto quotidiano nelle incombenze della vita di tutti i giorni.
Non esiste una modalità standard di essere nonno o nonna, si può farlo in tanti modi diversi. Alcuni vedono i nipoti solo durante le vacanze, altri più volte a settimana, altri ancora tutti i giorni. Ci sono nonni che portano i nipotini al parco, altri che li tengono a pranzo o che li aiutano nei compiti scolastici, altri ancora che sostituiscono i genitori in gran parte delle mansioni o che non hanno il tempo o la salute per occuparsi dei bimbi. Quando un nonno accetta o decide di dare un supporto sostanziale, è fondamentale sia consapevole del fatto che il suo ruolo è complementare rispetto a quello genitoriale: l’aiuto che potrà fornire con sua esperienza e la sua presenza non dovrà mettere in discussione l’autorità genitoriale, ma porsi a sostegno di essa. La coerenza e la stabilità dei messaggi educativi che vengono proposti sono fondamentali per dare sicurezza e serenità ai bambini.
Uno dei temi più ricorrenti di conflitto tra genitori e nonni riguarda infatti il mondo delle regole: è inevitabile che si riscontrino differenze di pensiero in termini di abitudini e formazione. Talvolta il tentativo dei nonni, anche se fatto in buona fede, di dire la propria opinione, può sfociare nell’eccesso e causare litigi sotterranei tra gli adulti, con il rischio di creare confusione nei bambini. Molti screzi e disaccordi infatti nascono per discrepanze educative e/o stili diversi di vita, quali gli orari dei pasti e del sonno, l’alimentazione, i regali da fare, come vestire i bambini, ecc: mamma e papà possono pensare che i propri genitori abbiano comportamenti sbagliati e viceversa. Tale collaborazione richiede dunque un impegno da parte di tutti: per essere una risorsa i nonni devono mostrarsi collaborativi, disponibili al dialogo e diplomatici, il che non significa essere la fotocopia dei propri figli/generi/nuore, ma riuscire ad assorbire le differenze che incontrano man mano. Il segreto sta proprio nel rispettare i tempi di crescita: se i piccoli si sentono rassicurati nel ritrovare dai nonni le stesse abitudini e scansioni temporali che hanno con i loro genitori e se il clima è sereno impareranno col tempo a muoversi in ambienti diversi e a trarre vantaggi dal relazionarsi con un numero più ampio di soggetti. Se i nipoti, invece, avvertono un clima di tensione e disapprovazione reciproca, questo creerà sconcerto e diffidenza, a volte timori, chiusure, capricci e rifiuti; anche quando non condividono scelte, opinioni o comportamenti, le due parti dovrebbero riflettere prima di squalificarsi a vicenda. Non solo, i conflitti e le divergenze di opinione tra adulti non andrebbero mai affrontati di fronte ai bambini, per i quali una frase detta da un adulto può assumere un valore assoluto e rimanere a lungo impressa nella memoria. Questo contrasta con il bisogno che essi hanno, per la propria stabilità e sicurezza, di sentire che, al di là delle normali divergenze, c’è un accordo di fondo tra le due generazioni di adulti o che comunque è sempre possibile trovare una via d’uscita.
Una delle derive che si possono verificare nei nonni a tempo pieno è quella di sostituirsi graudalmente ai genitori: la regola d’oro è quella di non privarli del loro status familiare, siano essi presenti o lontani, perchè la sfida è proprio quella di mantenere la propria identità generazionale. Capita talvolta che i figli fatichino a sentirsi pienamente a proprio agio nel loro ruolo e che, contemporaneamente, per i nonni sia difficile lasciare il timone, riconoscendo ai figli il loro ruolo genitoriale. Questo può tradursi in spiacevoli tensioni perché il confine tra aiuto e invadenza è sottile e può essere percepito in modo diverso dalle due parti. Ad esempio, nelle prime settimane dopo la nascita, così impegnative per il nuovo nucleo famigliare, alcuni genitori apprezzano e si sentono rasserenati nella loro quotidianità dalla presenza e dall’aiuto dei nonni, altri hanno invece bisogno di una maggiore intimità con il nuovo piccolo e di uno spazio privato e preferiscono non ricevere visite o aiuto. Le cause all’origine di questa difficoltà possono essere di diversa natura e inconsapevoli; ad esempio, possiamo avere nonni o nonne che nell’infanzia hanno subito carenze affettive, frustrazioni o traumi e siccome queste ferite non sono state elaborate - ma rimosse - a distanza di anni cercano di colmare le proprie insicurezze a spese di figli e nipoti. I bisogni narcisistici insoddisfatti e le ferite mai del tutto rimarginate, rendendoli assillanti e maldisposti: si lamentano, rimproverano e pretendono.
Le cause più frequenti dei dissidi tra generazioni e con i parenti acquisiti possono essere:
1- Autorità, controllo, potere: quest’ultimo può manifestarsi in modi diversi ed entrare in molte questioni familiari. Ad esempio, la vecchia generazione può voler mantenere le proprie redini e rifiutarsi di ridurre la propria autorità a favore di una condivisione anche quando figli e nipoti sono ormai adulti;
2- Questioni legali, eredità, interessi: in molte famiglie queste sono le questioni più importanti attorno alle quali ruotano i discorsi, anche se spesso nascondono offese pregresse, insicurezze e timori;
3- Diritti e doveri: alcuni hanno idee troppo rigide su quali debbano essere i compiti degli uni e degli altri, ma essendo la realtà spesso fluida e imprevedibile, una certa dose di flessibilità è necessaria;
4- Torti, preferenze, ingiustizie: una componente che può svilupparsi è il conflitto emotivo, che nasce dalla convinzione di avere subito un torto o di essere stati trattati in maniera sleale; la soluzione di problemi pratici, anche irrilevanti, diventa difficile quando si è arrabbiati, delusi o si cerca una rivalsa;
5- Differenze culturali o di valori: possono portare a conflitti; modificare convinzioni e abitudini radicate non è sempre facile, ma se le incompatibilità sono insuperabili, è necessario ridurre i contatti e mantenere dei rapporti formali ma civili;
6- Decisioni: essere costretti a fare scelte improvvise o in tempi rapidi non consente a volte di considerare attentamente i fatti e le opinioni di ognuno; quando ciò accade è facile che qualcuno senta di avere subito un torto o di essere stato discriminato.
[ Quindi che cosa si può fare? ]
La prima regola d’oro per una buona intesa è quella di “comportarsi da adulti”: occorre che i genitori imparino ad esprimere in modo chiaro e rispettoso quali sono i loro bisogni e le loro aspettative, definendo i loro spazi senza temere di offendere la sensibilità dei nonni, ricordando che tanto più apertamente e serenamente sapranno comunicare, quanto minori saranno le occasioni di conflitto. I nonni, dal canto loro, devono accettare un nuovo tipo di posizionamento nella cerchia familiare, facendo un lavoro psicologico non tanto nei confronti del nuovo nipotino, quanto su se stessi.
(Ferraris, Psicologia contemporanea, 2014)