PANDEMIA: LE DONNE VITTIME DUE VOLTE

PANDEMIA: LE DONNE VITTIME DUE VOLTE

La pandemia e il maggior isolamento domiciliare hanno aumentato le richieste di aiuto da parte delle vittime di violenza. Il clima di incertezza sorto attorno agli ambiti della sicurezza, della salute e delle finanze, uniti a situazioni di profondo stress, hanno aumentato episodi di violenza nella sfera domestica, in particolare nei confronti di donne e bambini; le restrizioni che hanno coinvolto la mobilità delle persone e l’accesso ridotto ad alcuni servizi di supporto hanno poi contribuito ad aggravare il problema. 
A livello globale si è osservato un aumento sia delle chiamate alle linee di assistenza per violenza domestica, sia delle molestie sessuali e di altre forme di violenza perpetrate contro le donne, sia forme di violenza digitale attraverso strumenti quali e-mail, revenge-porn e social media. Anche se questo fenomeno era già in crescita prima della pandemia, le restrizioni imposte dal coronavirus e il conseguente aumento nell’utilizzo della tecnologia ne hanno aumentato la pratica. Di qui l’auspicio che, quanto prima, questa realtà venga affrontata da una legge europea sui servizi digitali che preveda un nuovo quadro di cooperazione con le piattaforme tecnologiche, in modo da consentire di fronteggiare il problema anche tramite tecniche di prevenzione e contrasto alle attività illegali e di violenza compiuta online nei confronti delle donne. Un dato significativo riguarda le evidenze registrate dal numero verde 1522 durante la prima fase della pandemia (periodo marzo-ottobre 2020): le informazioni raccolte, infatti, forniscono alcune dati significativi relativi all’andamento del fenomeno, in particolare un notevole incremento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (+71,9%). La maggior parte delle chiamate ha riguardato utenti che hanno chiesto supporto per se stessi: subiscono violenza e/o stalking e sono principalmente donne (88,7%) di nazionalità italiana (92,4%). L’aumento delle richieste di aiuto da parte delle vittime di violenza domestica porta con sé un altro triste primato, ossia l’aumento dei figli minorenni e maggiorenni che assistono (+59,3%) e in qualche caso subiscono (+16,2%) essi stessi gli episodi di violenza che accadono tra le mura di casa. Uno dei risvolti più terribili e più tristi della violenza domestica è che spesso questa si svolge davanti agli occhi di bambini e ragazzi, che assistono e - in alcuni casi anche subiscono - impotenti e impauriti, gli episodi violenti che coinvolgono i propri genitori. Inutile dire che queste esperienze traumatiche in cui i figli vengono emotivamente e fisicamente coinvolti, lasciano conseguenze indelebili. Minore è la loro età e maggiori e più frequenti sono gli episodi di violenza, così come le ripercussioni sullo sviluppo psicofisico e sulla strutturazione della loro personalità. L’esposizione alla violenza domestica può essere alla base di una pluralità di disturbi o di comportamenti inadeguati e a rischio, quali inquietudine, bassa autostima, ansia, aggressività, scarsa capacità di gestione della rabbia, ma anche disturbi alimentari, bullismo, uso di alcol e sostanze, scarso rendimento scolastico, a volte problemi di apprendimento.

Inoltre, i bambini maschi che vivono in un contesto in cui il modello maschile di riferimento, - il padre o il convivente della madre - sembra suggerire che nell'affettività la violenza è permessa e accettabile, saranno più esposti al rischio di mettere in atto, crescendo, azioni maltrattanti, mentre le bambine, identificandosi con la madre, saranno portate ad avere una scarsa autostima, a percepirsi fragili, prive di valore e insicure, ricercando un domani rapporti non paritari che prevedano una loro sottomissione, considerando questo tipo di relazioni come la norma.

E questo è il fenomeno più allarmante.

(2021, Il pugno nel cuore - la conoscenza e le competenze per contrastare la violenza di genere.                   Edizioni Angelo Guerini e Associati Srl)