EMOZIONI UNIVERSALI, LA RABBIA: COME RICONOSCERLA E GESTIRLA 

EMOZIONI UNIVERSALI, LA RABBIA: COME RICONOSCERLA E GESTIRLA 

La rabbia è una delle sette emozioni universali di base e accomuna l’esperienza umana, a prescindere dal sesso, dall’età o dalla cultura di riferimento. La sua funzione è molto arcaica, poiché risiede nell’istinto di difesa per sopravvivere nell’ambiente in cui ci troviamo, perciò possiamo considerarla adattiva. Allo stesso tempo, per quanto fondamentale, è un’emozione molto temuta per le reazioni incontrollate che può generare, tanto da essere universalmente percepita in modo negativo, in quanto potenzialmente distruttiva poiché altera la capacità di elaborare le informazioni e di esercitare un controllo cognitivo sul proprio comportamento. In realtà la rabbia non è né buona né cattiva e, come gli altri stati emotivi, trasmette semplicemente un messaggio, ovvero ci indica che una certa situazione fastidiosa, ingiusta o minacciosa, può diventare problematica quando, cronica e dirompente, sfocia in gravi conseguenze sulle relazioni, salute e stato mentale, o se genera spirali aggressive incontrollabili.

Ma facciamo un passo indietro e analizziamola un po’ più nel profondo. La rabbia, come le altre emozioni primarie, ha un fattore scatenante universale: qualcuno o qualcosa interferisce con quello che stiamo facendo e ci impedisce di raggiungere il nostro obiettivo, per cui tutta nostra energia sarà indirizzata a rimuovere l’ostacolo che si frappone tra noi e la meta, con un comportamento teso ad ottenere tale risultato, a discapito degli altri. L’occasione, spesso, non è altro che la classica goccia che fa traboccare il vaso, ovvero un insieme di eventi precedenti accumulatisi a livello inconscio, perché male affrontate, ignorate o subite, per cui ci arrabbiamo nei confronti di qualcuno o verso entità non ben definite. Ogni individuo possiede soglie di innesco e tempi di attivazione differenti. Le situazioni che avvertiamo essere contro di noi o le ragioni che offendono i nostri valori e principi morali, sono determinate da trigger, cioè elementi attivatori legati alla nostra esperienza individuale, che si combinano ad altri fattori appresi culturalmente. I dati emersi da molteplici ricerche condotte in quest’ultimo ventennio ci insegnano che la strategia più efficace consiste nel rimanere in attesa per uscire più velocemente dal periodo refrattario (la fase durante la quale siamo totalmente immersi negli effetti dell’emozione) e ripristinare le condizioni emotive iniziali. Se riusciamo dunque a superare l’impulso immediato di scagliarci in modo distruttivo contro l’ostacolo del momento, riusciremo così a mantenere il controllo, che è indubbiamente la modalità più salutare ed efficace; per far ciò è necessario entrare in contatto con i segnali che il nostro corpo ci sta inviando e, attraverso tale consapevolezza, sfruttare tale energia per un cambiamento positivo. In tal senso la rabbia può favorire un processo di crescita, perché la ricerca di una via di uscita richiede disponibilità, apertura mentale, flessibilità e pensiero creativo; non è facile, si tratta di risorse non semplici, ma che costituiscono una sfida per la nostra intelligenza emotiva.

Molte persone pensano che la gestione della rabbia riguardi l’apprendimento di modalità per sopprimere le emozioni, ma non è così, perché negarla non è di certo un obiettivo salutare. L’ira è normale ed esplode indipendentemente dai nostri sforzi per placarla; il vero obiettivo non è quello di reprimere i sentimenti, ma di capire il messaggio celato dietro l’emozione e di esprimerlo in modo sano, senza perdere il controllo. Questo permette non solo di sentirci meglio, ma di avere maggiori possibilità di soddisfare i nostri bisogni ed essere in grado di gestire al meglio i conflitti, rafforzando le relazioni.

Vediamo alcuni suggerimenti:

1- Esplorare cosa c’è dietro alla rabbia: i problemi d’ira derivano spesso da quello che abbiamo assorbito ed imparato da bambini; se durante l’infanzia nella nostra famiglia era normale urlare, picchiare o lanciare oggetti, allora potremmo pensare che essa sia la modalità corretta per esprimere la nostra frustrazione. Inoltre, la rabbia è spesso una copertura di altri sentimenti, quali imbarazzo, insicurezza, ferite, vergogna o vulnerabilità;

2- Consapevolezza dei segnali di allarme: la rabbia è una normale risposta fisica che alimenta il sistema di “lotta o fuga” del nostro corpo, per cui più ci arrabbiamo, più il nostro corpo va in sovrastimolazione: diventando consapevole del nostro umore e dei segnali che esso ci lancia, riusciremo a prendere le giuste precauzioni per gestire la nostre emozioni prima che diventino incontrollabili. Ad esempio, prestando attenzione ai segnali corporei con i quali percepisci la rabbia, ad esempio: un nodo allo stomaco, la sensazione di sudore o arrossamento, nervosismo o agitazione, respiri veloci, mal di testa, difficoltà a concentrarsi, tachicardia..

3- Provare a calmarsi: una volta imparato come riconoscere i segnali di avvertimento, possiamo iniziare ad agire rapidamente per affrontare la rabbia, prima che diventi fuori controllo; esistono numerose tecniche, ad esempio:

- Concentrarsi sulle sensazioni fisiche della rabbia;
- Fare respiri profondi e contare lentamente fino a dieci;
- Fare esercizi fisici;
- Distendersi e massaggiare le zone di tensione;
- Esercitarsi nella meditazione.

Quando iniziamo ad arrabbiarci per qualcosa, è necessario fermarci un momento per pensare alla situazione, chiedendoci:

- La mia risposta è appropriata alla situazione?
- C’è qualcosa che posso fare al riguardo?
- L’azione sta valendo il mio tempo perso?
- Vale davvero la pena arrabbiarsi per questo?
- Vale la pena rovinare il resto della mia giornata?
 
4- Trovare modalità più sane per esprimere le proprie emozioni: una volta riflettuto e deciso che non vale la pena arrabbiarsi - e c’è qualcosa che possiamo fare per migliorare la situazione - dobbiamo imparare ad esprimere i sentimenti in modo sano; se comunichiamo con rispetto e canalizziamo la rabbia in modo efficace, questa può essere una straordinaria fonte di energia e ispirazione al cambiamento.
 
(Zanusso, 2020, www.zanusso.it)

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